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Massimiliano Gatti

MIA FAIR | III Edizione Premio New Post Photography

23/3/2022

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III Edizione del Premio New Post Photography

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La Giuria composta da Gigliola Foschi (curatrice del Premio  e Advisor di MIA fair), Sara Benaglia e Mauro Zanchi (docenti, curatori di BACO – Base Arte Contemporanea Odierna di Bergamo), Matteo Bergamini (direttore responsabile di Exibart, membro del team curatoriale della biennale d’arte contemporanea milanese “BienNoLo”), Steve Bisson(direttore artistico Ragusa Foto Festival, docente al Paris College of Art), Franco Carlisi(direttore delle rivista “Gente di Fotografia”) e Claudio Composti (curatore e direttore artistico di mc2 gallery), sulla base del concept del Premio, proteso ad evidenziare le nuove tendenze della fotografia contemporanea, ha selezionato i seguenti artisti qui indicati in ordine alfabetico:
  • GIORGIA BISANTI
  • FEDERICA CAPRARESE
  • ALESSANDRO  CRISTOFOLETTI
  • DARIA  DANILOVA
  • FRANCESCA DE PIERI
  • MASSIMILIANO GATTI
  • ALESSANDRO LAITA / CHIARALICE RIZZI     
  • MARCO LANZA
  • NIKOLA LORENZIN
  • LIBERA MAZZOLENI
  • SARA MUNARI
  • GIANGIACOMO  ROCCO DI TORREPADULA
  • ALESSANDRO  SAMBINI
  • FILIPPO TOMMASOLI
  • ULDERICO TRAMACEREI
I lavori degli artisti vincitori saranno esposti a  MIA Fair 2022, prevista dal 27 aprile (solo su invito) al 1 maggio 2022 al SUPERSTUDIO Maxi di Via Moncucco 35, Milano.

Inoltre, per i Premi partner di New Post Photography sono stati selezionati i seguenti artisti:
  • Mostra da tenersi entro il 2023 presso lo spazio BACO di Bergamo: Sara Benaglia e Mauro Zanchi hanno selezionato il progetto di Alessandro Sambini e dato una menzione d'onore a Libera Mazzoleni;
  • Progetto internazionale di Residenza d’artista Return2Ithaca: Nina Kassianou, direttrice artistica della residenza d’artista nell’isola greca di Itaca ha selezionato Massimiliano Gatti;
  • Pubblicazione del portfolio sulla rivista “Gente di Fotografia”: il direttore Franco Carlisi ha selezionato Ulderico Tramacere;
  • Mostra al Ragusa Foto Festival: Steve Bisson e Stefania Paxhia (rispettivamente direttore artistico e fondatrice del Ragusa Foto Festival) hanno scelto il progetto di Davide Degano per la mostra presso il Ragusa Foto Festival (luglio-agosto 2022). MIA Fair esporrà questo progetto, oltre ai lavori dei 15 vincitori, in uno spazio attiguo alla mostra del Premio.

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EYES ON TOMORROW | GIOVANE FOTOGRAFIA ITALIANA NEL MONDO

6/12/2021

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EYES ON TOMORROW | Giovane Fotografia Italiana nel Mondo

6/12/2021

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EYES ON TOMORROW
Giovane Fotografia Italiana nel Mondo

Inaugurazione | Inauguración 9/12/2021 h. 19
9 DICEMBRE 2021 31 GENNAIO 2022
9 DE DICIEMBRE 2021 3I DE ENERO 2022
Mostra a cura di /
Curaduría de
Ilaria Campioli, Daniele De Luigi
Progetto originale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese e del Comune di Reggio Emilia; con il contributo e l’organizzazione degli Istituti Italiani di Cultura di Addis Abeba, Algeri, Barcellona, Città del Messico, Dublino, La Valletta, Melbourne, Monaco di Baviera, Montevideo, Mosca, Nuova Delhi.
Proyecto original del Ministerio de Asuntos Exteriores y de la Cooperación Internacional – Dirección General para la promoción del Sistema País y del Municipio de Reggio Emilia; con la contribución y la organización de los Institutos Italianos de Cultura de Addis Abeba, Argel, Barcelona, Ciudad de México, Dublín, La Valletta, Melbourne, Múnich, Montevideo, Moscú y Nueva Delhi.
IT: Eyes on Tomorrow. Giovane Fotografi a Italiana nel Mondo è un progetto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Comune di Reggio Emilia. Si tratta di una grande mostra diffusa, nata per valorizzare fuori dai confi ni nazionali opere fotografi che di giovani artiste e artisti, collegando idealmente i cinque continenti sotto il cappello delle più recenti espressioni della fotografi a del nostro paese. Le prime tappe sono inaugurate in occasione della Giornata del Contemporaneo 2021, la manifestazione promossa da AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, che da diciassette anni coinvolge musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista, e che anche quest’anno si avvale della collaborazione della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese. Eyes on Tomorrow, che coinvolge 39 giovani artisti cui è af dato il compito di rappresentare l’Italia nel mondo, valorizza e amplifi ca sulla scena internazionale l’esperienza di Giovane Fotografi a Italiana, un’open call gratuita promossa dal Comune di Reggio Emilia. Giunta quest’anno alla 9a edizione, Giovane Fotografi a Italiana costituisce ormai un punto di riferimento nella scena artistica nazionale per la scoperta e la valorizzazione dei talenti emergenti della fotografi a del nostro paese, ponendo particolare attenzione a ricerche caratterizzate da un approccio sperimentale. La selezione degli artisti che partecipano a Eyes on Tomorrow proviene dal bacino delle passate edizioni di Giovane Fotografi a Italiana e coniuga l’alta qualità artistica con la varietà delle ricerche in atto nella fotografi a italiana. La proposta curatoriale è articolata in quattordici mostre, ciascuna delle quali ruota attorno a un tema e raggruppa i lavori di tre artisti: Eredità, Identità, Potere, Radici, Storie, Nomadismo, Segreti, Giovinezza, Sogni, Illuminazioni, Orizzonti, Quotidianità, Corrispondenze, Prospettive. Grazie al contributo e al supporto degli Istituti Italiani di Cultura, le mostre sono dislocate in undici città: Addis Abeba, Algeri, Barcellona, Città del Messico, Dublino, La Valletta, Melbourne, Monaco di Baviera, Montevideo, Mosca e Nuova Delhi. Il progetto si caratterizza infi ne per un innovativo display espositivo, basato sull’impiego di strutture modulari in legno che ogni artista ha potuto personalizzare, dando via a un’installazione fotografi ca originale.
 
ES: Eyes on Tomorrow. Giovane Fotografi a Italiana nel Mondo es un proyecto del Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperación Internacional y del Ayuntamiento de Reggio Emilia. Se trata de una exposición a gran escala, creada para promover las obras fotográfi cas de jóvenes artistas fuera de Italia, uniendo idealmente los cinco continentes bajo el paraguas de las expresiones más recientes de la fotografía italiana. Las primeras etapas se inaugurarán con motivo de la Giornata del Contemporaneo 2021, el evento promovido por la AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (Asociación de Museos de Arte Contemporáneo Italianos), que desde hace diecisiete años cuenta con la participación de museos, fundaciones, instituciones públicas y privadas, galerías, estudios y espacios de artistas, y que también este año contará con la colaboración de la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese. Eyes on T omorrow, en la que participan 39 jóvenes artistas encargados de representar a Italia en el mundo, potencia y amplía en la escena internacional la experiencia de Giovane Fotografi a Italiana, una convocatoria abierta y gratuita promovida por el Ayuntamiento de Reggio Emilia. En su 9ª edición, Giovane Fotografi a Italiana se ha convertido en un punto de referencia en el panorama artístico nacional para el descubrimiento y la promoción de los talentos emergentes de la fotografía italiana, con especial atención a la investigación caracterizada por un enfoque experimental. La selección de artistas que participan en Eyes on Tomorrow procede de ediciones anteriores de Giovane Fotografi a Italiana y combina la alta calidad artística con la variedad de la investigación en curso en la fotografía italiana. La propuesta curatorial se articula en catorce exposiciones, cada una de las cuales gira en torno a un tema y reúne las obras de tres artistas: Herencia, Identidad, Poder, Raíces, Historias, Nomadismo, Secretos, Juventud, Sueños, Iluminaciones, Horizontes, Quotidianidad, Correspondencias, Perspectivas. Gracias a la contribución y el apoyo de los Institutos Culturales Italianos, las exposiciones se encuentran en once ciudades: Addis Abeba, Argel, Barcelona, Ciudad de México, Dublín, La Valeta, Melbourne, Múnich, Montevideo, Moscú y Nueva Delhi. Por último, el proyecto se caracteriza por una innovadora muestra expositiva, basada en el uso de estructuras modulares de madera que cada artista ha podido personalizar, dando lugar a una original instalación fotográfi ca.
 
POTERE
Paolo Ciregia, Massimiliano Gatti, Zoe Paterniani I modi in cui il potere costruisce e diffonde la rappresentazione di sé e della propria presenza hanno a che fare con il confi ne tra visibile e invisibile. Affascinati dalla complessità di questo tema in relazione ai contesti storici e all’immagine fotografi ca, Paolo Ciregia, Massimiliano Gatti e Zoe Paterniani presentano tipologie molto diverse di iconografi e. I loro punti di vista sono differenti ma tutti utilizzano le possibilità di analisi offerte dallo sguardo chirurgico dell’obiettivo.
 
PODER
Paolo Ciregia, Massimiliano Gatti, Zoe Paterniani Las formas en que el poder construye y difunde la representación de sí mismo y de su presencia tienen que ver con la frontera entre lo visible y lo invisible. Fascinados por la complejidad de este tema en relación con los contextos históricos y la imagen fotográfi ca, Paolo Ciregia, Massimmiliano Gatti y Zoe Paterniani presentan tipos de iconografía muy diferentes. Sus puntos de vista son diferentes, pero todos utilizan las posibilidades de análisis que ofrece la mirada quirúrgica del objetivo.
 
40 DITTATORI
40 Dittatori è il risultato di una serie di scansioni effettuate su statue e mezzi busti rafguranti alcuni tra i principali dittatori del XX e XXI secolo. Attraverso il ribaltamento di prospettiva, lo spettatore può scorgere solo la base della statua che, con le sue cavità e scanalature, gli si rivela da un punto di vista inaspettato. Questa visione, infatti, nella realtà si ottiene soltanto al momento dell’abbattimento della statua. Uno degli effetti immediati di questo espediente è la depotenzializzazione dell’oggetto iconografico dato dalla perdita istantanea della funzione per cui il monumento stesso era stato pensato originariamente.
40 Dittatori (40 Dictadores), es el resultado de una serie de escaneos realizados sobre estatuas y semibustos que representan a algunos de los dictadores más importantes de los siglos XX y XXI. Al invertir la perspectiva, el espectador sólo puede ver la base de la estatua, que, con sus cavidades y ranuras, se le revela desde un punto de vista inesperado. En realidad, esta vista sólo se obtiene cuando se retira la estatua. Uno de los efectos inmediatos de este recurso es la despotenciación del objeto iconográfico debido a la pérdida instantánea de la función para la que el monumento estaba originalmente destinado.
 
PAOLO CIREGIA
(Viareggio, IT, 1987)

Fortemente influenzato da un’esperienza di un anno in prima persona nel conflitto russo-Ucraino, Ciregia esplora il lato oscuro della natura umana ricorrendo a diversi media come la fotografia, la scultura, l’installazione e la performance. Afdandosi ad un approccio tanto diagnostico quanto meticoloso, con una particolare sensibilità per le caratteristiche intrinseche dei materiali, rielabora e trasfigura il reale in un’esperienza introspettiva.
Fuertemente influenciado por una experiencia de primera mano de un año en el conflicto ruso-ucraniano, Ciregia explora el lado oscuro de la naturaleza humana utilizando diferentes medios como la fotografía, la escultura, la instalación y la performance. A través de un enfoque tan diagnóstico como meticuloso, con una especial sensibilidad hacia las características intrínsecas de los materiales, reelabora y transfigura la realidad en una experiencia introspectiva.
 
LE NUVOLE
“Ho abbinato fotografie di Palmira, il sito archeologico siriano che è stato danneggiato dall’ISIS, a frame di video di propaganda in cui se ne documenta la distruzione. Da un lato ci sono immagini di fotografia archeologica, dall’altro immagini che sembrano volutamente delle nuvole, ma in realtà sono colonne di fumo che si alzano dopo l’esplosione”.
“Combiné fotografías de Palmira, el yacimiento arqueológico sirio que ha sido dañado por el ISIS, con fotogramas de vídeos de propaganda que documentan su destrucción. Por un lado hay imágenes de fotografía arqueológica, por otro lado imágenes que deliberadamente parecen nubes, pero que en realidad son columnas de humo que se elevan tras la explosión.”
 
MASSIMILIANO GATTI
(Pavia, IT, 1981)

Con un approccio documentaristico, ma lontano dal reportage, porta avanti la sua ricerca artistica sul territorio medio orientale. La sua ricerca spazia dall’esplorazione del passato fino all’osservazione della poliedrica realtà contemporanea suggerendo la propria riflessione personale.
Con un enfoque documental, pero lejos del reportaje, su investigación va desde la exploración del pasado hasta la observación de la polifacética realidad contemporánea, sugiriendo su propia reflexión personal.
 
JORDAN GENERAL ELECTIONS
Jordan General Elections raccoglie una serie di immagini realizzate durante le elezioni parlamentari in Giordania nel 2016. Le stanze spettrali del vecchio palazzo del parlamento, sulle cui pareti trovano spazio le immagini istituzionali della memoria storica, sono contrapposte ad una singola immagine della campagna elettorale.
Jordan General Elections recoge una serie de imágenes realizadas durante las elecciones parlamentarias en Jordania en 2016. En las paredes de las habitaciones espectrales del viejo palacio del parlamento, encuentran espacio las imágenes institucionales de la memoria histórica, contrapuestas a una sola imagen de la campaña electoral.
 
ZOE PATERNIANI
(Pesaro, IT, 1991)

Dopo la laurea magistrale in Arti visive presso l’Università di Bologna, consegue nel 2017 il Master di alta formazione per l’immagine contemporanea presso Fondazione Fotografia Modena. Attualmente collabora come editor con diverse case editrici italiane e con Motto, il principale distributore indipendente di libri d’arte e cataloghi in Europa.
Tras licenciarse en Artes Visuales por la Universidad de Bolonia, en 2017 realizó un Máster de Formación Avanzada en Imagen Contemporánea en la Fondazione Fotografia Modena. Actualmente colabora como editor con diferentes casas editoriales italianas y con Motto, el principal distribuidor independiente de libros de arte y catálogos de Europa.
 
CORRESPONDENCE
Correspondence nasce dal dialogo intrattenuto a distanza dall’artista con un gruppo di donne di età e origini diverse che frequentano il Presidio Caritas di Pachino. Questo scambio di parole e immagini compone una narrazione per frammenti della quotidianità delle migranti raccontata così come loro scelgono di rappresentarla; un diario in soggettiva, un archivio di scorci di una realtà spesso ancor più invisibile perché narrata dal punto di vista delle donne.
Correspondence se creó por invitación del Festival Ragusa Foto, como resultado del diálogo a distancia de Martina della Valle con un grupo de mujeres de diferentes edades y orígenes que asisten al Presidio Caritas de Pachino. Este intercambio de palabras e imágenes compone una narración en fragmentos de la vida cotidiana de las migrantes, contándola como ellas deciden representarla; un diario subjetivo, un archivo de visiones de una realidad que a menudo es aún más invisible porque se narra desde el punto de vista de las mujeres.
 
MARTINA DELLA VALLE
(Firenze, IT, 1981)

La sua ricerca muove dalle basi della tecnica fotografica e si sviluppa attraverso vari media assumendo forme diverse a seconda dei luoghi o delle storie attorno a cui si sviluppa; dalla stampa fotografica b/n all’installazione site-specific, dal video al disegno.
Su investigación parte de los fundamentos de la técnica fotográfica y se desarrolla a través de diversos medios que adoptan diferentes formas en función de los lugares o las historias en torno a las que se desarrolla; desde impresiones fotográficas en b/n hasta instalaciones específicas para el lugar, desde el vídeo hasta el dibujo.
 
THE BALLAD OF SILENT SEEDS
Thomas Sankarà, presidente del Burkina Faso e amatissima icona della rivoluzione assassinato brutalmente nel 1987, era un grande sostenitore della parità di genere e considerava la donna come figura necessaria e trainante nella lotta per la giustizia sociale e l’emancipazione del paese. Le donne burkinabè sono state infatti tra le prime forze sociali a ribellarsi contro il presidente Blaise Compaorè nel 2014, nella famosa sollevazione popolare che pose fine ai suoi 27 anni di dittatura.
Thomas Sankarà, presidente de Burkina Faso y querido icono de la revolución que fue brutalmente asesinado en 1987, fue un gran defensor de la igualdad de género y consideraba a las mujeres como una figura necesaria e impulsora de la lucha por la justicia social y la emancipación en el país. De hecho, las mujeres burkinesas fueron una de las primeras fuerzas sociales que se rebelaron contra el presidente Blaise Compaorè en 2014, en el famoso levantamiento popular que acabó con sus 27 años de dictadura.
 
FEDERICA LANDI
(Rimini, IT, 1986)

Federica Landi è un’artista che lavora principalmente con il mezzo fotografico. Docente e fondatrice di Riu, spazio indipendente dedicato alla ricerca visiva, dal 2017 insegna Fotografia concettuale e documentaria presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Federica Landi es una artista que trabaja principalmente con la fotografía. Es profesora y fundadora de Riu, un espacio independiente dedicado a la investigación visual y desde 2017 es profesora de Fotografía Conceptual y Documental en la Academia de Bellas Artes de Roma.
 
RITUALIA – FERITE/FERITOIE
Il lavoro di Marco Maria Zanin, in costante dialogo con l’antropologia, è orientato a una rilettura e risemantizzazione del rapporto con la terra e con le tradizioni popolari. In particolare, l’artista si interessa a de-costruire le categorie alla base dell’idea di museo etnografico, rendendolo un museo aperto e in costante divenire.
El trabajo de Marco Maria Zanin, que se desarrolla a través del uso de la fotografía en diálogo con la antropología, se orienta hacia una reinterpretación y redefinición de la relación con la tierra y con las tradiciones populares. Uno de los contextos de investigación más frecuentes del artista es el museo etnográfico, cuyas categorías básicas trata de deconstruir a través del arte, orientándolo hacia la idea de un museo abierto en constante evolución.
 
MARCO MARIA ZANIN
(Padova, IT 1983)

Marco Maria Zanin, artista e ricercatore, vive e lavora tra Padova e Lisbona, dove è attualmente dottorando in Antropologia presso ISCTE/NOVA. Nel 2015 è il fondatore di Humus Interdisciplinary, piattaforma internazionale che organizza residenze artistiche al fine di attivare patrimoni culturali nelle zone rurali tra l’Italia e il Portogallo.
Marco Maria Zanin, artista e investigador, vive y trabaja entre Padua y Lisboa, donde actualmente es estudiante de doctorado en Antropología en el ISCTE/NOVA. En 2015 es el fundador de Humus Interdisciplinary, una plataforma internacional que organiza residencias artísticas para activar patrimonios culturales en zonas rurales entre Italia y Portugal.
 
CITTÀ DEL MESSICO | CIUDAD DE MÉXICO
Istituto Italiano di Cultura Francisco Sosa 77, Col. Villa Coyoacán Ciudad de México, Del. Coyoacán, C.P. 04000 Tel: (0052-55) 5554-0044 E-mail: iicmessico@esteri.it
Da lunedì a venerdì 10 - 18 Lunes a viernes 10 am - 6 pm
italiana.esteri.it
gfi.comune.re.it

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EMERGING ITALIAN PHOTOGRAPHY | UNSEEN AMSTERDAM

14/9/2021

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UNSEEN AMSTERDAM

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We look forward to your visit at UNSEEN AMSTERDAM 2021!
***
'EMERGING ITALIAN PHOTOGRAPHY'
featuring a dialogue between:
SILVIA BIGI  /  MASSIMILIANO GATTI  /  GIULIA PARLATO / JACOPO VALENTINI

Opening timesThursday, 16 September (by invitation only)
Friday, 17 September 11.00 – 21.00
Saturday, 18 September 11.00 – 19.00
Sunday, 19 September 11.00 – 19.00

​BOOTH 12 | MAIN SECTION

For Further informations contact us at
info@podbielskicontemporary.com
__
​

Westergas
Klönneplein
1014 DD Amsterdam
The Netherlands


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le nuvole | photo open up, padova

8/9/2021

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discovery awards finalist | encontros da imagen, braga, Portugal

28/5/2021

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exibart | It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World #23.

20/4/2021

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It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World #23.
​Intervista a Massimiliano Gatti

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L'atlante della fotografia degli anni 2020 di #ItsaMadMadMadMadWorld, a cura di exibart e Milano Art Guide, torna con una intervista a Massimiliano Gatti.
Milano Art Guide ed exibart presentano It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World, un atlante della fotografia degli anni 2020, da scoprire ogni settimana su Instagram: l’ospite di questa settimana è Massimiliano Gatti. Per dare un’occhiata al takeover nelle stories del nostro account instagram, vi basta cliccare qui.

A cosa stai lavorando?
«In questo momento, sto lavorando su un archivio di stereofotografie conservate al California Museum of Photography di Riverside (CA). Si tratta di immagini di inizio novecento che ritraggono il Medio Oriente. La mia osservazione si focalizza sull’atteggiamento di rappresentazione di quei luoghi, sul processo di creazione di uno stereotipo e su quello sguardo che potrei definire dall’alto. Una prospettiva che Edward Said ha definito nel suo saggio Orientalism come una strategia dell’Occidente per esercitare la propria influenza e il proprio controllo sull’Oriente e che diventa un’impalcatura culturale per giustificare l’egemonia coloniale su quei territori.
Nel frattempo, sto preparando una mostra Not only history, but our memories, curata da Carlo Sala negli spazi della galleria Podbielski Contemporary, a Milano. La mostra, che raccoglie lavori anche di altri artisti tra cui Silvia Bigi, Marina Caneve, Federico Clavarino, Francesca Catastini, Giulia Parlato e Jacopo Valentini, intende indagare il rapporto tra la memoria personale e la storia. In quest’occasione presento il mio lavoro Le nuvole, una serie di dittici in cui si affiancano le immagini che ho scattato a Palmira e degli still frame di video di propaganda dell’ISIS che ritraggono le nuvole di polvere delle esplosioni che hanno devastato l’antica città siriana. In questo progetto la mia esperienza personale e i miei ricordi si mescolano alla storia di distruzione e negazione che è passata da Palmira e dalla Siria.»

Come trovi ispirazione per il tuo lavoro? E cosa ti ispira di più?
«Sono molto interessato alla storia, da un lato e dall’altro a tutti i meccanismi sociali e culturali della nostra epoca. Io ho lavorato per anni in Medio Oriente, dalla Siria all’Iraq e anche da lontano, rifletto, con il mio lavoro, sulla realtà di quella terra che ha millenni di storia alle spalle e un presente difficile di tensioni e guerre. Devo dire che la lettura è la mia principale fonte di ispirazione, recentemente ho letto Undici pianeti di Mahmoud Darwish e la sua visione del passato arabo della Spagna del sud, dove ho studiato, mi ha fatto mettere in discussione la mia percezione di quei luoghi e anche dei miei ricordi personali.»
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Cosa significa fotografare negli Anni Venti del Duemila?
«Fotografare negli Anni Venti del Duemila significa non avere a che fare necessariamente con la macchina fotografica. Io mi sono formato alla scuola Bauer di Milano, dove si è sempre data molta importanza alla tecnica oltre che al pensiero che sta dietro a ogni progetto fotografico. Ma adesso stiamo vivendo un’interessante stagione artistica in cui sta diventando centrale nella pratica, l’appropriazione di immagini che provengono da diversi devices, come se ci fosse un ritorno all’inconscio fotografico di Vaccari. Io stesso sto lavorando su archivio di immagini che non ho scattato, ma interpreto, a distanza di anni, con la mia prospettiva artistica.»
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Il 2020 in una foto?

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artslife | Da Silvia Bigi a Marina Caneve. Il filo della storia è tutto personale, la fotografia contemporanea italiana a Milano

7/4/2021

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di Eleonora Savorelli

NOT ONLY HISTORY, BUT OUR MEMORIES
 è il titolo della collettiva a cura di Carlo Sala che inaugurerà alla galleria Podbielski Contemporary di Milano non appena le norme sanitarie lo consentiranno. Esposte le opere di sette giovani fotografi italiani, le cui pratiche sono accomunate da un’indagine circa la storia contemporanea declinata in un presente personale e unico.Il filtro artistico attraverso cui i fotografi-artisti incedono è quello della commistione tra memoria individuale-familiare e collettiva, rendendo superfluo e impersonale ogni tipo di elemento storiografico o celebrativo. I fotografi sono: Silvia Bigi, Marina Caneve, Federico Clavarino, Francesca Catastini, Massimiliano Gatti, Giulia Parlato e Jacopo Valentini.

Jacopo Valentini (Modena, 1990) presenta la serie Vis Montium (2018-in corso): essa indaga la Pietra di Bismantova un viaggio nell’Appenino Tosco-Emiliano. Il carattere identitario del territorio è altamente presente e viene riconnesso da Valentini a simboli antichi. La rupe soggetto di alcune delle fotografie è legata all’epoca etrusca – durante cui la tradizione la vedeva come un’arca sacrificale – e alla Divina Commedia – Dante ambienta qui il quarto canto del Purgatorio.

Il progetto Are they Rocks or Clouds? (2015-2019) è di Marina Caneve (Belluno, 1988). Qui, Caneve analizza un altro territorio, quello delle Dolomiti, profondamente segnato dalla grande alluvione del 1966. Ragionando sulla crisi climatica di cui l’intero pianeta è testimone, la fotografa mostra ritratti e scorci di paesi che recano “cicatrici”, stimolando una riflessione circa la ciclicità delle catastrofi e la relazione dell’uomo con la natura.

Massimiliano Gatti (Voghera, 1981) propone la serie Le nuvole, risalente al 2019. Ambientata a Palmira, Le nuvole accosta alle fotografie dei siti archeologici, scattate durante diversi soggiorni in Siria, dei fermo immagine dei video propagandisti dell’ISIS. Le nuvole si rivelano essere colonne di fumo, risultato dei moti distruttivi che si prefiggono di distruggere ogni traccia del patrimonio storico legato alla zona.

Sempre legata al Medio Oriente è la serie Hereafter (2014-2019) di Federico Clavarino (Torino, 1984), esposta in collaborazione con galleria Viasaterna di Milano. Il punto di partenza del lavoro è la casa dei nonni materni in Inghilterra. Qui, Clavarino trova oggetti legati alle terre dell’Oman, della Giordania e del Sudan, dove i due hanno vissuto. Tale vicenda familiare è la spinta per studiare le sorti dell’Impero britannico e le tracce del passato colonia.

La famiglia è una presenza costante anche nel progetto From dust you came (and to dust you shall return) del 2019 di Silvia Bigi (Ravenna, 1985) – qui l’intervista su ArtsLife. Lavorando sul suo archivio, l’artista visiva ha “grattato” le immagini per ricavarne dei pigmenti che idealmente serviranno a creare nuove opere. All’interno della collettiva, Bigi è presente anche con Il sangue e il latte (2017), in cui i due elementi si fondono alla ricerca di una conciliazione tra dimensione femminile e maschile.

Le questioni di genere sono presenti anche in Petrus (2016-2019), serie di Francesca Catastini (Lucca, 1982). Realizza gli scatti nell’abitazione di una persona cara, dove si ritrovano i segni della concezione occidentale della mascolinità, fornendo una serie di archetipi che ormai abitano la nostra quotidianità.
La serie Diachronicles (2019-2020) di Giulia Parlato (Palermo, 1993) è un lavoro fotografico sospeso tra realtà e finzione. Diorami, teche museali, ipotetiche stratigrafie archeologiche presentano ipotetiche narrazioni che rendono chiara la potenza generativa di musei e archivi, che possono modellare la realtà e i saperi.
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Podbielski Contemporary 
Via Vincenzo Monti, 12, 20123 Milano MI
info@podbielskicontemporary.com

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NOT ONLY HISTORY, BUT OUR MEMORIES | podbielski contemporary, milano

29/3/2021

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PODBIELSKI CONTEMPORARY PRESENTA “NOT ONLY HISTORY, BUT OUR MEMORIES”
A CURA DI CARLO SALA
DAL 24 MARZO AL 29 MAGGIO 2021.

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Opening | 24 marzo h 14.30 - 20.30
Milano, 24 marzo 2021 
Podbielski Contemporary di Milano inaugura la sua stagione espositiva con la mostra Not only history, but our memories, a cura di Carlo Sala.

Il progetto presenta il lavoro di sette tra i più interessanti fotografi italiani della scena emergente: Silvia Bigi, Marina Caneve, Federico Clavarino, Francesca Catastini, Massimiliano Gatti, Giulia Parlato e Jacopo Valentini.
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Gli artisti propongono una serie di lavori che vogliono affrontare alcuni nodi della storia contemporanea in chiave dialogica con il presente, attraverso il filtro delle proprie vicende personali o familiari fondendo memoria personale e collettiva. Nelle opere esposte non vi è alcun elemento celebrativo o strettamente storiografico, perché gli avvenimenti evocati vogliono essere la chiave per decifrare alcune istanze del momento presente.
La serie Vis Montium (2018-on going) di Jacopo Valentini (Modena, 1990) si pone in stretta relazione con il paesaggio, indagando la Pietra di Bismantonva nel territorio dell’Appennino Tosco-Emiliano. Questa rupe, pur ritratta dall’autore in chiave documentaria, riesce a esprimere l’identità del territorio riconnettendolo a valori simbolici lontani, dell’epoca etrusca quando secondo la tradizione era un’arca sacrificale, o immaginifici perché Dante nella Divina Commedia vi ambienta il quarto canto del Purgatorio. Marina Caneve (Belluno, 1988) con il progetto fotografico Are they Rocks or Clouds? (2015 – 2019) analizza il territorio della Dolomiti – che fu profondamente segnato dal disastro idrogeologico del 1966 - per ragionare sulla crisi climatica che sta minando il pianeta. Negli scatti compaiono i ritratti di abitanti del luogo, scorci di piccoli centri abitati e strade che recano delle ‘cicatrici’ che divengono una riflessione sulla ciclicità delle catastrofi e sul nostro rapporto con la natura. La serie Le nuvole (2019), di Massimiliano Gatti (Voghera, 1981) crea una connessione tra memoria storica a presente attraverso l’indagine del patrimonio di Palmira. L’autore mette in relazione una serie di fotografie realizzate nei siti archeologici della città con delle immagini che, dietro l’apparente forma lieve e accattivante delle nuvole, rivelano delle colonne fumo che si innalzano dopo la distruzione di quel patrimonio storico da parte dell’ISIS. Si genera così un cortocircuito visivo tra l’immaginario della propaganda terroristica e la secolare bellezza di quei luoghi feriti. Sempre legata al Medio Oriente è la serie Hereafter (2014-2019) di Federico Clavarino (Torino, 1984), esposta in collaborazione con galleria Viasaterna di Milano. Il lavoro è scaturito dagli oggetti che il fotografo ha trovato nella casa dei suoi nonni materni in Inghilterra che lo hanno condotto a indagare i territori di Oman, Giordania e Sudan dove la coppia ha vissuto. Questa vicenda familiare diviene una lente privilegiata per osservare il disfacimento dell’Impero britannico e le tracce della storia coloniale che tutt’oggi permangono. Le vicende familiari sono il punto di partenza anche nella serie From dust you came (and to dust you shall return) (2019) di Silvia Bigi (Ravenna, 1985) che, lavorando su alcuni album di fotografie domestiche, ha trasformato la memoria privata in collettiva. L’artista ha infatti intaccato materialmente le fotografie vernacolari per trarne un pigmento con cui produrre idealmente delle nuove forme di rappresentazione. Sempre della Bigi è l’opera Il sangue e il latte (2017), composta da una serie di immagini fortemente simboliche dove i due elementi richiamanti nel titolo si fondono per cercare una conciliazione tra la dimensione femminile e quella maschile. La questioni di genere sono presenti anche nella serie Petrus (2016-2019) di Francesca Catastini (Lucca, 1982) che, attraverso gli scatti realizzanti nell’appartamento di una persona a lei cara, ha reso manifesti i segni di una concezione occidentale della mascolinità; in quei ninnoli, sculture e vecchie immagini appaiono una serie di archetipi che popolano la nostra quotidianità modellandone il puto di vista. A chiudere idealmente la mostra è la serie Diachronicles (2019-2020) di Giulia Parlato (Palermo, 1993), un lavoro fotografico sospeso tra realtà e finzione. Negli scatti compaiono diorami, teche museali, ipotetiche stratigrafie archeologiche che sono delle visioni arbitrarie che tentano di colmarne i vuoti della storia attraverso una serie di ipotetiche narrazioni che rendono palese la potenza generativa sul reale che posseggono i musei e gli archivi depositari del sapere.

Riepilogo dei fotografi in mostra:
Silvia Bigi | Marina Caneve | Federico Clavarino | Francesca Catastini | Massimiliano Gatti | Giulia Parlato | Jacopo Valentini

Le visite sono regolate dall’attuale normativa Covid: ai visitatori sarà richiesto l’utilizzo della mascherina e il controllo della tempera corporea e il rispetto delle norme per il distanziamento all’interno della galleria.

PODBIELSKI CONTEMPORARY
Via Vincenzo Monti 12 | 20123 Milano
Opening Hours: Tues–Fri, 2.30–7 pm Saturday by appointment only
Tel: +39 338 238 1720
info@podbielskicontemporary.com
www.podbielskicontemporary.com



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APRE LA MOSTRA DEL PREMIO FRANCESCO FABBRI PER LE ARTI CONTEMPORANEE

8/2/2021

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