Le giurie hanno decretato i finalisti della quinta edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee che esporranno nella mostra collettiva a cura di Carlo Sala nella suggestiva cornice di Villa Brandolini a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Tra le numerose opere candidate sono risultate finaliste della sezione “Arte emergente” dedicata agli under 35 quelle di: Barbara Amadori, Arienzale Marina, Andrea Barzaghi, Maria Elena Borsato, Pamela Breda, Vittoria Cafarella, Chiara Campanile, Alessandra Cecchini, Paolo Ciregia, Cristina Cusani, Niccolò' De Napoli, Federica Di Carlo, Claudia Di Giuseppe, Roberto Fassone, Francesca Fiore, Silvia Giambrone, Andrea Grotto, Iva Lulashi, Corinne Mazzoli, Paolo Migliazza, Dario Molinaro, Gloria Pasotti, Paola Pasquaretta, Dario Picariello, Ettore Pinelli, Greta Pllana, Ryts Monet, Alessandro Saturno, Stefano Serretta e Davide Sgambaro. I finalisti della sezione “Fotografia contemporanea” invece sono: Giulia Flavia Baczynski, Bruno Baltzer & Leonora Bisagno, Francesco Biasi, Alessandro Calabrese, Laura Cantarella, Nicolò Cecchella, Gigi Cifali, Francesca Cirilli, Federico Clavarino, Valentina D'Accardi, Andrea Delai, Francesco Di Giovanni, Giulia Di Lenarda, Discipula, Tiziano Doria, Graziano Folata, Massimiliano Gatti, Davide Ghelli Santuliana, Valentina Ghiringhelli, Yamada Hanako, Silvia Mangosio, Giovanni Mantovani, Errichiello Marin e Filippo Menichetti, Luca Massaro, Chiara Paderi, Lia Ronchi, Giovanni Sellari, Jacopo Tomassini, Jacopo Valentini e Marco Maria Zanin. La composizione delle Giurie del Premio ha potuto annoverare autorevoli critici e curatori: per la sezione “Arte emergente” Andrea Bruciati, Martina Cavallarin, Pietro Gaglianò e Eugenio Viola; per la sezione “Fotografia contemporanea” Daniele De Luigi, Francesca Lazzarini, Marinella Paderni e Francesco Zanot con la partecipazione ad entrambe di Carlo Sala, curatore del Premio. Il 26 novembre, contestualmente al vernissage della mostra, avverrà la premiazione in cui saranno proclamati i vincitori assoluti delle due sezioni che riceveranno un premio acquisto di 5.000 euro l’uno e vedranno le loro opere entrare nella collezione della Fondazione Fabbri; saranno annunciate inoltre le menzioni speciali che le giurie hanno voluto attribuire ad alcuni lavori particolarmente significativi ed emblematici della contemporaneità. La Fondazione Fabbri continua così il suo impegno nella valorizzazione dei linguaggi del contemporaneo creando una mappatura degli autori che si distinguono per una ricerca attinente alle istanze del presente; Premio Francesco Fabbri vuole compiere un'opera di scouting delle varie tendenze che compongono il mosaico dell’arte visiva attuale evidenziandone i caratteri maggiormente innovativi. Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee a cura di Carlo Sala Villa Brandolini, Solighetto di Pieve di Soligo (Treviso), Piazza Libertà n°7 26 novembre – 18 dicembre 2016. Inaugurazione e premiazione: sabato 26 novembre, ore 17.30. Il Premio è promosso dalla Fondazione Francesco Fabbri e reso possibile grazie al supporto della Famiglia Fabbri e alla collaborazione del Comune di Pieve di Soligo. È inserito nel palinsesto regionale RetEventi Cultura Veneto 2016 per la Provincia di Treviso. Orari di apertura: venerdì e sabato 16.00-19.00 domenica 10.00-12.30 e 16.00-19.00 Ingresso libero. Per Info: www.fondazionefrancescofabbri.it; [email protected] Massimiliano Gatti è nato a Pavia nel 1981. Ha studiato Farmacia per seguire le orme paterne: subito dopo la laurea si è trasferito in Spagna, a Granada, per la specializzazione in Tecnologia farmaceutica e Biochimica, e lì ha iniziato a fare ricerca. Ha ben presto compreso che il suo futuro non poteva essere legato alla chimica e così, tornato in Italia, si è iscritto alla Scuola Riccardo Bauer di Milano e si è impegnato nello studio della fotografia. Ha poi iniziato la sua serie di viaggi in luoghi particolari come la Siria dove ha seguito le missioni archeologiche dell’Università di Udine in qualità di fotografo.
Ho conosciuto Massimiliano Gatti in occasione della mostra Rinascere da me curata insieme ad Andrea Dall’Asta SJ al Museo del Territorio Biellese nel 2013. Ho subito iniziato ad ammirare la sua riflessione personale su temi sociali molto forti del nostro contemporaneo e ho apprezzato la sua capacità di esplorare in prima persona il confronto con culture lontane dall’Europa ma ricche di storia e arte: il tutto approda in una capacità di fotografare il mondo incrociando la storia, i reperti antichi, le rovine del passato con il nostro quotidiano in una lettura critica appassionata e molto poetica. Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi? Ho iniziato a “osservare” il mondo molto presto, ma ho capito solo recentemente come la mia osservazione potesse diventare una forma di rielaborazione personale: per questo, ho deciso di affinare le mie tecniche, studiando fotografia al CFP Bauer di Milano. Rispetto agli inizi, è aumentata una certa consapevolezza nell’utilizzo dei linguaggi e delle tecniche fotografiche. Ora quando elaboro un’idea per un nuovo progetto, mi prefiguro tutta la struttura sintattica, logica ed estetica molto più velocemente, come se avessi imparato una nuova lingua che più si pratica, più diventa qualcosa d’inconsapevole e naturale. Quali tematiche affrontano i tuoi lavori e che progetti hai in programma? Se dovessi rintracciare un topos in tutti i miei progetti artistici, questo sarebbe legato alla memoria, alla storia, al tempo. Sono decisamente un laudator temporis acti, mi affascina la storia e la traccia che s’intravede nelle pieghe del presente. Ora, sto lavorando a diversi progetti: ho in cantiere, per l’autunno, una grande mostra che andrà alla Columbia University a New York e all’Istituto Italiano di Cultura a Chicago, curata da Renato Miracco. Ho anche iniziato a collaborare con una casa editrice, La Grande Illusion, per la quale sto realizzando un paio di libri che usciranno l’anno prossimo. Come ti rapporti con la città in cui vivi? Io sono originario dell’Oltrepo Pavese e vivo a Pavia, per gran parte del mio tempo. Pavia è la città dove ho affondato le mie radici e dove sono cresciuto, sono circondato da tanti amici con cui ho trascorso il mio tempo e con cui ho condiviso molti momenti. Pavia è una città che mi assomiglia, è antica e silenziosa, meditativa e vivace. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea? Da un paio d’anni sto lavorando assiduamente negli Stati Uniti, dove, devo dire, per mia esperienza, c’è una consapevolezza dell’arte contemporanea maggiore che in Italia. Il mio è un lavoro che ha riflessi politici e sociali e che trovo sia stato molto ben valorizzato negli USA: c’è sempre stato quel rispetto che, a volte, è mancato qui in Italia. Nel nostro paese, i giovani vivono ancora sulle spalle dei giganti. Che domanda vorresti ti facessi? Cosa faresti se non facessi il fotografo? Il meccanico di auto storiche. Intervista a cura di Irene Finiguerra per FormeUniche Irene Finiguerra Dopo la laurea magistrale in Arti visive presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, fonda l’associazione culturale BI-BOx Art Space a Biella, dove realizza mostre e progetti per la valorizzazione della giovane arte contemporanea. E’ anche curatrice indipendente. http://www.bi-boxartspace.com LEGGI L'INTERA INTERVISTA |
AutoreMassimiliano Gatti Archivi
February 2024
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