intervista di Matteo Galbiati
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massimiliano gatti | levante | podbielski contemporary, milanoPODBIELSKI CONTEMPORARY PRESENTA Massimiliano Gatti LEVANTE a cura di Maud Greppi, con un testo critico di Angela Madesani Opening | 28 marzo h 18 - 21 29 marzo | 17 maggio Ingresso libero: dal lunedì al sabato | h 14.30 – 19 Milano, 28 marzo 2018 - Di fronte agli eventi che hanno interessato la politica internazionale di questi ultimi anni, si impone la necessità di gettare luce su ciò che paesi come Siria e Iraq, culla delle nostre civiltà hanno vissuto e che la furia distruttiva delle guerre ha ridotto in polvere. Dal 28 marzo fino al 17 maggio 2019, gli spazi della galleria Podbielski Contemporary ospiteranno Levante, mostra che raccoglie il lungo lavoro maturato da Massimiliano Gatti in Medio Oriente, e che coniuga un racconto intimo a una ricerca approfondita di stampo documentaristico, volta a tramandare una memoria nel tempo. Levante è una mappatura della memoria, un tentativo di preservare tracce di epoche lontane, dalla furia iconoclasta di movimenti fanatici che stanno ferendo e deturpando quelle terre. Le serie ripercorrono le aree geografiche che vanno a mappare il vissuto di Massimiliano di quegli anni. Partendo dal nord Iraq, la serie In Superficie nasce dall’esperienza di Massimiliano Gatti come fotografo della missione archeologica dell’Università di Udine e allo studio del paesaggio archeologico della terra di Ninive (Parten Project). Come una tassonomia imperfetta, cataloga tutto ciò che la superficie della terra restituisce: da reperti archeologici di epoche remote a residuati bellici dei conflitti di cui questa regione è stata teatro. L’accostamento casuale genera un corto circuito in cui tutto si mescola, mentre dal gioco estetico di rimandi e somiglianze emerge la circolarità della storia. Palmira, città simbolo nel deserto siriano, è protagonista di due progetti. In Rovine, la grandiosità dei suoi monumenti è ritratta nella sua intatta bellezza, prima di esser colpita dalla furia distruttrice della guerra. Le Nuvole, invece, vede Palmira accostata a nubi che rappresentano le esplosioni dei monumenti distrutti dall'IS; si tratta di frame di video pubblicati su youtube, che aprono una riflessione sull’uso dei social come strumento di propaganda. Questo progetto verrà esposto al Forte Strino di Vermiglio (TN), in dialogo con le strutture di origine bellica del luogo, in una mostra, Sottopelle, curata da Serena Filippini. Grazie alla gentile concessione da parte di una collezione privata, le Rovine di Massimiliano Gatti saranno messe in dialogo con due stampe della seconda metà del Settecento edite dalla bottega di Augusta di Georg Balthasar Probst e raffiguranti vedute sulla città di Palmira. Limes è una riflessione sull’atto del guardare. La finestra, rappresenta una soglia, definisce un dentro e un fuori, incornicia la vista, istituendo un punto di vista particolare sul mondo. Le finestre di Gatti circoscrivendo un frammento di paesaggio in un’inquadratura forzata, gli conferiscono la profondità e l’importanza di una totalità all’interno del fotogramma. In Terra promessa, invece, le cartine non delimitano dei confini corretti, sono un’interpretazione del territorio, non un’oggettiva rappresentazione. In questa una situazione paradossale nella sua drammaticità, si stagliano gli oggetti dell'autore, come proiezione dei suoi personali ricordi. Perché Levante è il Medio Oriente, ma anche la porzione di cielo da cui si leva il sole. Una speranza dopo la lunga notte che stanno vivendo queste terre e queste popolazioni. Nella cultura contemporanea le immagini detengono un potere inedito: più veloci della parola e del pensiero di cui hanno preso il sopravvento, circolano senza ostacoli tra i media, orientando la nostra conoscenza, plasmando il nostro gusto, seducendo la nostra sensibilità. Privo di strumenti culturali sufficientemente potenti per mettere ordine nel dominio caotico delle immagini, lo spettatore è spesso relegato a una condizione di passività, sospeso tra l’indifferenza e il consumo acritico. Il lavoro di Gatti tenta di riportare l’attenzione sulla responsabilità dell’immagine, sul suo compito di affondare nelle contraddizioni e nelle crisi del nostro tempo, di rendere visibile la tragedia della nostra cultura, senza perdere mai il legame con la memoria che è, al tempo stesso, speranza per un futuro diverso. La mostra è realizzata con il patrocinio del comune di Vermiglio (TN) Podbielski Contemporary proudly present: LEVANTE Con le fotografie di Massimiliano Gatti A cura di Angela Madesani e di Maud Greppi Opening March Thursday 28th | 18 - 21 We're looking forward to welcoming you at our gallery! Podbielski Contemporary Via Vincenzo Monti 12, 20123 | Milano ALEPPO È UNA FOGLIA D'ALLORO FEATURED IN LEZIONI DI FOTOGRAFIA DI OLIVIERO TOSCANIAleppo è una foglia d'alloro è stato inserito nel volume di Lezioni di Fotografia di Oliviero Toscani, uscito per RCS, con il Corriere della Sera, a cura del CFP Riccardo Bauer di Milano.
SPATIUM a cura di Angela Madesani 2 giugno - 15 luglio 2018 INAUGURAZIONI 2 giugno | ore 11.00 Pagazzano - ore 16.00 Brignano 3 giugno | ore 11.00 Morengo - ore 16.00 Cortenuova 10 giugno | ore 11.00 Torre Pallavicina - ore 16.00 Covo Spatium, curata da Angela Madesani, è la seconda di un ciclo di mostre a cadenza annuale dal titolo Le stanze del contemporaneo. Dopo la mostra del 2017 Chronos, dedicata al concetto di tempo, quest’anno viene indagato il tema dello spazio e il rapporto creato dagli artisti con il territorio che li ospita e con i luoghi ricchi di storia e tradizioni in cui sono stati invitati ad esporre. Antico e contemporaneo dialogano e si confrontano in contesti d’eccezione situati nella provincia bergamasca, distanti pochi chilometri l’uno dall’altro: da Palazzo Botti a Torre Pallavicina residenza di villeggiatura estiva degli Sforza, a Palazzo Visconti a Brignano, leggendaria residenza dell’Innominato raccontato dal Manzoni e, per rimanere in tema letterario il Castello di Pagazzano che accolse il Petrarca che proprio nelle sue sale compose i Trionfi. E ancora il settecentesco Palazzo Giovanelli a Morengo ora sede del Comune, Villa Colleoni a Cortenuova costruita nella seconda metà del Settecento, utilizzata per la mostra negli ampi spazi del giardino all’inglese, come a Palazzo Tirloni a Covo. Agli antipodi rispetto agli spazi neutri dei musei e alle white cube delle gallerie di arte contemporanea, qui siamo di fronte a luoghi fortemente connotati dal punto di vista storico e artistico. Proprio per questo la curatrice Angela Madesani non ha chiesto agli artisti coinvolti, di creare opere site specific ma di scegliere, dopo aver visto lo spazio, i lavori da esporre. L’obiettivo è stato quello di creare un fil rouge che leghi i vari contesti, gli artisti e le opere tra loro e che permetta al visitatore di comporre un suo personale percorso di fruizione della mostra. Non è un caso quindi che la scelta sia ricaduta su artisti giovani e ancora in attività, ad eccezione dei due maestri Hidetoshi Nagasawa, scomparso solo poco tempo fa, e Riccardo Camoni (1950-2008). Spatium è un termine che racchiude in sé differenti accezioni, così come la mostra: rappresenta lo spazio reale, la superficie, l’estensione delle sale e dei luoghi che ospitano le opere, ma anche lo spazio interiore e fisico che i lavori degli artisti vanno ad occupare e infine lo spazio inteso come la distanza che separa le varie sedi e che il visitatore deve percorrere, mettendosi in dialogo lui stesso con contenitori e contenuti, con significante e significato, in un processo di scoperta di luoghi, persone e cose. I temi sono spesso ricorrenti e riguardano l’uomo e il suo rapporto con il passato, con se stesso e con la società contemporanea, ma anche il linguaggio e i differenti media artistici con cui si può comunicare o che esprimono l’assenza di comunicazione e d’interrelazione con ciò che ci circonda, che siano persone, cose, fenomeni e cambiamenti. La mostra si compone prevalentemente di sculture, installazioni e opere di grande formato: da Giulia Marchi che lavora sul concetto di punto di vista, a Nicolò Cecchella che usa scultura, fotografie e installazione, Gregorio Botta e Jacopo Mazzonelli che lavorano anche con il suono, Hidetoshi Nagasawa, Ulrich Egger, e quindi la sconvolgente indagine sull’inquinamento proposta nella loro installazione da Anne e Patrick Poirier. Una particolare attenzione è stata posta alle opere per esterni, avendo selezionato lavori già pensati per stare all’aperto come l’opera creata site specific per l’esterno di Palazzo Visconti di Daniele Nitti Sotres e quelli di Nataly Maier, Daniele Salvalai e Alessio Barchitta installate nel bellissimo giardino di Cortenuova. Ma anche in sedi più piccole come il giardino privato di Palazzo Tirloni a Covo, che ospita i lavori di Luciano Maciotta sul recupero e la trasformazione dell’energia e di Marco Tronci Lepagier, o a Morengo dove Sara Frattini propone una riflessione sul concetto di spazio fisico e mentale. Non mancano però le opere realizzate con la fotografia, il video e la pittura: Palazzo Botti dà spazio ad artisti come il pittore Manuele Cerutti e i fotografi Massimiliano Gatti e Giovanni Scotti e al videoartista olandese Eelco Brand, mentre nel Castello di Pagazzano in una lunga sala non affrescata, il corto Lo Sguardo di Michelangelo del grande regista Michelangelo Antonioni dialoga con le fotografie di Aurelio Amendola dedicate sempre alla scultura di Michelangelo e con alcune immagini di Leonardo Genovese che ritraggono oggetti della memoria dalla valenza quasi metafisica. Nelle carceri del Castello di Covo i lavori sulla mancanza fisica della giovane Rachele Moscatelli sono posti in dialogo con l’angusto spazio. Il catalogo, edito da Scalpendi, conterrà il testo critico della curatrice Angela Madesani e le immagini di tutte le opere installate nelle rispettive sedi espositive. Pietro Coletta e Satoshi Hirose che pongono in dialogo la cultura orientale e quella occidentale. Interessanti riflessioni sulla scultura sono anche quelle di Marco Di Giovanni, Giovanni Termini, Josè Barrias Ilaria Cuccagna, Andrea Liberni, Gianluca Quaglia, Paola Risoli, Angelo Barone, Giuseppe Buffoli Chiara Lecca. SPATIUM A cura di Angela Madesani Covo - Torre Pallavicina - Morengo - Cortenuova - Pagazzano – Brignano Gera d’Adda 2 giugno – 15 luglio 2018 Conferenza stampa 31 maggio ore 10:30 c/o Palazzo Visconti Brignano Gera d’Adda Via Vittorio Emanuele II, 36/A Ingresso 6 € Orari Sabato - domenica 10-13 / 14:30-19 Aperture straordinarie venerdì 8 e 22 giugno, 13 luglio 20.00-23.00 Torre Pallavicina | Palazzo Botti Via San Rocco Artisti: Nicolò Cecchella - Giulia Marchi - Eelco Brand - Giovanni Scotti - Manuele Cerutti - Massimiliano Gatti Pagazzano | Castello Piazza Castello, 1 Artisti: Andrea Liberni - Ilaria Cuccagna - Chiara Lecca - Ulrich Egger - Aurelio Amendola - Leonardo Genovese - Michelangelo Antonioni - Giuseppe Buffoli - Angelo Barone - Gianluca Quaglia - Paola Risoli - José Barrias - Diego Randazzo - Nataly Maier Brignano Gera d’Adda | Palazzo Visconti Via Vittorio Emanuele II Artisti: Pietro Coletta - Hidetoshi Nagasawa - Anne e Patrick Poirier - Marco Di Giovanni - Gregorio Botta - Giovanni Termini - Riccardo Camoni - Satoshi Hirose - Daniele Nitti Sotres - Jacopo Mazzonelli Cortenuova | Palazzo Colleoni Via Molino 2 Artisti: Alessio Barchitta - Nataly Maier - Daniele Salvalai Morengo | Palazzo Giovanelli Via Castello, 13 Artisti: Marco Tronci Lepagier - Sara Frattini Covo | Palazzo Tirloni Via Giulio de Micheli, 12 Artisti: Luciano Maciotta - Marco Tronci Lepagier Covo | Carceri del Castello Sede Associazione Orsù Eventi, Via al Castello, 4 Si è svolta giovedì 19 Aprile 2018 al Castello di Levizzano (Modena) la premiazione dei vincitori della prima edizione di ARTIFACT PRIZE, contestualmente alla opening della mostra dei finalisti, selezionati dalla giuria di settore del premio. Il terzo premio, premio acquisto da parte di 10Lire Edizioni Musicali, è stato assegnato ex-aequo a Valentina d’Accardi con l’installazione video Inconscio Idraulico (2018) e a Claudia Sinigaglia con i disegni della serie Untitled (2017). Il secondo premio, la possibilità di realizzare una mostra personale a cura di Metronom durante il 2019, è stato assegnato a Daniele Marzorati, con l’installazione fotografica As the Crow Flies (2017). Il primo premio, premio acquisto da parte di Francesco Pozzi & Soci, è stato assegnato a Massimiliano Gatti con l’installazione fotografica Aleppo è una foglia di alloro (2018). La giuria che ha selezionato i progetti finalisti e i tre vincitori, è composta daFabrizia Carabelli (editor, INSIDE ART), Alessandro Carrer (critico d’arte, docente ISIA Urbino), Vittorio Iervese (Docente Università di Modena e Reggio Emilia), Andrea Losavio (Galleria d406), Marcella Manni (Associazione Culturale Metronom), Chiara Massimo (Rotary Club Castelvetro di Modena), Francesco Pozzi (Francesco Pozzi & Soci). La mostra dei finalisti di ARTIFACT PRIZE, resterà allestita nelle sale del Castello di Levizzano (Modena) fino al 29 aprile 2018. Per i progetti finalisti verrà poi realizzato un catalogo con testi e apparato iconografico presentato nel mese di settembre 2018 a Modena durante festivalfilosofia. Artifact, alla sua prima edizione, è un progetto dedicato all'arte contemporanea, promosso dall'Associazione Culturale Metronom in collaborazione con Francesco Pozzi & Soci e il Comune di Castelvetro di Modena, il patrocinio del Rotary Club Castelvetro di Modena e del Comune di Modena. ARTIFACT PRIZE Mostra dei finalisti, Castello di Levizzano (Modena) Ingresso Libero / Orari: Sabato – Domenica, dalle 10.30 alle 18.30 Info stampa: Amaris Viale San Michele del Carso, 10 20144 – Milano Tel. +39 0289077394 Federico Amato / f.amato@amarismilano.com – Alessandra Maggi / alepress@gmail.com Metronom – Via Carteria 10 – 41121 Modena (MO) / info@metronom.it - 059.239501 |
AutoreMassimiliano Gatti Archivi
February 2024
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