jerwan
Tell Gomel e Jerwan sono il risultato di una mia personale riflessione sul concetto del tempo. Si tratta di due video ad inquadratura fissa che, di fatto, sono come immagini statiche, come fotografie a cui ho idealmente aggiunto la terza dimensione: quella del tempo appunto. Certi luoghi hanno una profondità storica considerevole, il tempo della storia che traspare da queste rovine ha una dimensione importante, il tempo degli uomini che viene evocato è “eternità ripiegata” come lo definiva Jean Cocteau.
Il video Tell Gomel è girato nel sito omonimo, che risale al V millennio a.C. e si trova lungo il fiume Gomel, ai piedi del Monte Maqloub. Il grande studioso inglese Sir Aurel Stein colloca nella pianura circostante Tell Gomel il campo di battaglia di Gaugamela, dove nel 331 a.C. Alessandro Magno sconfisse Dario III, aprendo così la strada alla definitiva conquista dell’Impero Persiano. Il video ritrae l’imponente sezione di 40 metri di altezza che è stata scavata dal corso del fiume Gomel lungo il versante ovest del sito. È uno spaccato del succedersi degli insediamenti: la città è stata occupata ininterrottamente dal V millennio a.C. fino ai giorni nostri. Quello che nel video percepiamo apparentemente come un monte, in realtà, è il risultato della stratificazione degli insediamenti nel tempo che è durata vari millenni: si possono vedere nella parete linee che corrispondono a pavimenti di edifici, buchi che potrebbero essere tombe, o agglomerati di pietre che fanno pensare a strutture architettoniche arcaiche. La parete della sezione di Tell Gomel è una finestra su diversi millenni di storia, è figura del tempo che scorre e si stratifica, e rappresenta il processo storico stesso, il nuovo che avanza sulle rovine dell’antico.
Su una struttura concettuale analoga è basato il viseo Jerwan, girato nel sito omonimo: si tratta di un monumentale acquedotto di epoca assira costruito durante il regno di Sennacherib, nell’VII secolo a.C., che doveva convogliare le acque di diversi fiumi per portarle alla capitale del regno, Ninive. Il fascino della sua imponenza rivela dunque un uso sociale di importanza strategica; la sua funzione, che si è persa nel tempo, consente però, come accade con le rovine, di rintracciare l'antico splendore di una civiltà.
Tell Gomel and Jerwan are the result of a personal reflection on the concept of time. These are two video that, in fact, are like static images, such as photographs which I ideally added the third dimension: time. Some places have a considerable historical depth, the time of history that emerges from these ruins is an important dimension, the time of humans that is evoked is "folded eternity" as Jean Cocteau called it.
The video Tell Gomel is shot in the same name site, which dates back to the fifth millennium BC and it is located along the river Gomel, near the Maqloub Mount. The great English archaelogist Sir Aurel Stein located the battlefield of Gaugamela in the plain surrounding Tell Gomel, where in 331 BC Alexander the Great defeated Darius III, thus opening the way for the final conquest of the Persian Empire. The video portrays the impressive section of 40 meters that was carved by the river Gomel along the western side of the site. It is a cross-section of a succession of settlements: the town has been occupied continuously since the fifth millennium BC to present day. What we perceive in the video apparently as a mountain, in fact, is the result of stratification of the settlements in the time that has lasted thousands of years: you can see the wall lines that correspond to floors of buildings, holes that could be graves, or clusters of stones that are reminiscent of archaic architectural structures. The section of Tell Gomel is a window of several thousand years of history, is the figure of the time that passes and is stratified, and represents the historical process itself.
On a similar conceptual structure is based the video Jerwan, filmed in the same name site: it is a monumental aqueduct dating back to Assyrian built during the reign of Sennacherib, nell'VII century BC, which had to convey the waters of several rivers to bring them to the capital of the kingdom, Nineveh. The charm of his majesty thus reveals a social use of strategic importance, its function, which has been lost over time, can trace the ancient splendor of a civilization.
Il video Tell Gomel è girato nel sito omonimo, che risale al V millennio a.C. e si trova lungo il fiume Gomel, ai piedi del Monte Maqloub. Il grande studioso inglese Sir Aurel Stein colloca nella pianura circostante Tell Gomel il campo di battaglia di Gaugamela, dove nel 331 a.C. Alessandro Magno sconfisse Dario III, aprendo così la strada alla definitiva conquista dell’Impero Persiano. Il video ritrae l’imponente sezione di 40 metri di altezza che è stata scavata dal corso del fiume Gomel lungo il versante ovest del sito. È uno spaccato del succedersi degli insediamenti: la città è stata occupata ininterrottamente dal V millennio a.C. fino ai giorni nostri. Quello che nel video percepiamo apparentemente come un monte, in realtà, è il risultato della stratificazione degli insediamenti nel tempo che è durata vari millenni: si possono vedere nella parete linee che corrispondono a pavimenti di edifici, buchi che potrebbero essere tombe, o agglomerati di pietre che fanno pensare a strutture architettoniche arcaiche. La parete della sezione di Tell Gomel è una finestra su diversi millenni di storia, è figura del tempo che scorre e si stratifica, e rappresenta il processo storico stesso, il nuovo che avanza sulle rovine dell’antico.
Su una struttura concettuale analoga è basato il viseo Jerwan, girato nel sito omonimo: si tratta di un monumentale acquedotto di epoca assira costruito durante il regno di Sennacherib, nell’VII secolo a.C., che doveva convogliare le acque di diversi fiumi per portarle alla capitale del regno, Ninive. Il fascino della sua imponenza rivela dunque un uso sociale di importanza strategica; la sua funzione, che si è persa nel tempo, consente però, come accade con le rovine, di rintracciare l'antico splendore di una civiltà.
Tell Gomel and Jerwan are the result of a personal reflection on the concept of time. These are two video that, in fact, are like static images, such as photographs which I ideally added the third dimension: time. Some places have a considerable historical depth, the time of history that emerges from these ruins is an important dimension, the time of humans that is evoked is "folded eternity" as Jean Cocteau called it.
The video Tell Gomel is shot in the same name site, which dates back to the fifth millennium BC and it is located along the river Gomel, near the Maqloub Mount. The great English archaelogist Sir Aurel Stein located the battlefield of Gaugamela in the plain surrounding Tell Gomel, where in 331 BC Alexander the Great defeated Darius III, thus opening the way for the final conquest of the Persian Empire. The video portrays the impressive section of 40 meters that was carved by the river Gomel along the western side of the site. It is a cross-section of a succession of settlements: the town has been occupied continuously since the fifth millennium BC to present day. What we perceive in the video apparently as a mountain, in fact, is the result of stratification of the settlements in the time that has lasted thousands of years: you can see the wall lines that correspond to floors of buildings, holes that could be graves, or clusters of stones that are reminiscent of archaic architectural structures. The section of Tell Gomel is a window of several thousand years of history, is the figure of the time that passes and is stratified, and represents the historical process itself.
On a similar conceptual structure is based the video Jerwan, filmed in the same name site: it is a monumental aqueduct dating back to Assyrian built during the reign of Sennacherib, nell'VII century BC, which had to convey the waters of several rivers to bring them to the capital of the kingdom, Nineveh. The charm of his majesty thus reveals a social use of strategic importance, its function, which has been lost over time, can trace the ancient splendor of a civilization.