Aleppo è una foglia d'alloro
Poi che null’altro che vacuo vento ci resta d’ogni cosa ch’esiste,
poi che difetto e sconfitta colgono al fine ogni cosa,
considera bene: ogni cosa che è, è in realtà nulla;
medita bene: ogni cosa ch’è nulla, è in realtà tutto.
(Omar Khayyam, Roba’iyyat numero 29)
poi che difetto e sconfitta colgono al fine ogni cosa,
considera bene: ogni cosa che è, è in realtà nulla;
medita bene: ogni cosa ch’è nulla, è in realtà tutto.
(Omar Khayyam, Roba’iyyat numero 29)
Aleppo è il teatro di una lotta che la consuma da anni.
Aleppo si sgretola.
Il mio sapone, ricetta antica di alloro e olio d’oliva, è il simbolo di una ritualità costruita sull’attesa.
È una forma solida, monolitica, che si rompe, fragile, in frammenti; è il mio ricordo di qualcosa che non esiste più.
Ma il tempo ricuce la pelle ferita.
Le città cadono in rovina e le rovine tornano a essere città.
La duplicità del verso di lettura del progetto è una duplicità di senso.
Come nella storia, il tutto e il nulla si confondono in un confine invisibile, per toccarsi in un punto.
E come per il sapone, il ciclo della vita finalmente ricomincerà.
Aleppo si sgretola.
Il mio sapone, ricetta antica di alloro e olio d’oliva, è il simbolo di una ritualità costruita sull’attesa.
È una forma solida, monolitica, che si rompe, fragile, in frammenti; è il mio ricordo di qualcosa che non esiste più.
Ma il tempo ricuce la pelle ferita.
Le città cadono in rovina e le rovine tornano a essere città.
La duplicità del verso di lettura del progetto è una duplicità di senso.
Come nella storia, il tutto e il nulla si confondono in un confine invisibile, per toccarsi in un punto.
E come per il sapone, il ciclo della vita finalmente ricomincerà.
Aleppo è una foglia d'alloro, fine art giclée inkjet print on Photo Rag cotton paper, 30x35 cm, 2018